Scena III.

[14] SILVIA sola.

Che ostinato dolor! Quel pianger sempre

Mi fa sdegno, è pietà. Prego, consiglio,

Sgrido, accarezzo, ed ogni sforzo è vano.

Ma l'enigma più strano è, che, qualora

Consolarla desìo,

Il suo pianto s'accresce, e piango anchio.

Seguiamo almeno i passi suoi. ...


Nel vole partire s'avvede della nave.


Ma .... quale

Sorge colà sul mar mole improvvisa?[14]

Uno scoglio non è. Cangiar di loco

Un sasso non potrebbe. E un sî gran mostro

Come va sì leggier! L'acqua divisa

Fa dietro biancheggiar! Quasi nel corso

Allo sguardo s'invola, porta l'ali sul dorso, e nuota, e vola!

A Costanza si vada;

Ella saprà, se un conosciuto è questo

Abitator dell' elemento infido;

E almen. ...


Nel partire vede non veduta Gernando, ed Enrico.


Misera me!

Gente è sul lido.

Che fo? Chi mi soccorre? Ah. ... di spavento

Così ... son io ripiena ...

Che a fuggir ... che a celarmi ... ho forza appena.


Si nasconde fra' cespugli.


Quelle:
Haydn, Joseph: L'isola disabitata. Berlin 1786, S. 14-16.
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